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AIDS. IL MOSTRO CHE HA RESO GLI OPPRESSI GLI UNTORI.

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    lo spazio scomodo
  • 16 feb 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

“Cancro dei gay”, così era chiamata la macchia storica che dagli anni 80 colpisce il nostro immaginario. Disuguaglianze. Attacchi. La sierofobia, la nuova scusa per creare disprezzo.


di Davide Tumini



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Era il 25 luglio 1985 quando il divo Hollywoodiano Rock Hudson,

in mondovisione, annuncia la sua omosessualità e la sua sieropositività (i malati di HIV sono chiamati anche “sieropositivi”). Rock Hudson aveva dichiarato la sua condanna: non alla morte biologica, perché la malattia lo avrebbe stroncato poco dopo, egli era morto socialmente. L’ospedale in cui era in cura si era svuotato, per paura del contagio. Le compagnie aeree non volevano far salire “il malato” sui loro mezzi. Il sex symbol, tra i più amati nella storia del cinema americano, era abbandonato a sé stesso e a quel mostro che lo divorava dall’interno.


Sicuramente quando si parla di Aids, uno dei nomi che ci vengono immediatamente in mente è quello di Freddie Mercury; peccato che per gli occhi della sporca società non era importante salvare la vita del celebre cantante, ma era fondamentale creare sudici gossip sulla sua vita spericolata piena di sesso e droga.



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Se la vita era difficile per i grandi nomi, per “Mamma Africa” la situazione era, ed è, disastrosa. Il virus si è sviluppato nel continente glorioso, divorato dalla pazzia europea, intorno al periodo coloniale (1920). Una malattia che sembrava propria degli scimpazé, entrata nella vita dell’uomo attraverso del sangue infetto. La rapida diffusione del virus tra la popolazione, secondo alcuni esperti, è stata causata dai viaggi con i treni ma anche alla tendenza di usare siringhe non sterilizzate. Ancora oggi, purtroppo i maggiori infetti, sono gli adolescenti. Nel 2016 il 73% dei nuovi casi di HIV tra adolescenti era localizzato in Africa. E si stima che da qui al 2030 ci saranno altri 740 mila giovani che contrarranno il virus. Ad oggi la metà delle ragazze e dei ragazzi sieropositivi è concentrata in sei nazioni. Cinque di queste appartengono allo stesso continente: Sudafrica, Nigeria, Kenya, Mozambico e Tanzania.



Ma com’è realmente formata la malattia? Notizia shock: HIV e AIDS NON riguardano solo le coppie gay e non sono la stessa cosa. L'AIDS (Acquired Immune Deficiency Sindrome) o "Sindrome da immunodeficienza acquisita" è una malattia provocata dal Virus HIV (Human Immunodeficiency Virus: virus dell'immunodeficienza umana) che comporta un progressivo e drastico abbassamento delle difese immunitarie. La malattia può essere contratta con rapporti sessuali di ogni genere non protetti, con sangue infetto e per via perinatale. Inoltre bisogna dire che si muore di AIDS, non di HIV. Alcuni sieropositivi sono riusciti ad azzerare la carica virale, e addirittura ad avere figli senza problemi! Detto ciò non si sta dicendo che la malattia non sia grave, continua a mietere vittime, nel 2019 ben 690.000. Bisogna salvaguardarsi proteggendosi, anche per le altre malattie sessualmente trasmissibili.



Ma perché non se ne parla? Perché si ha paura di dire quella parola, “AIDS”? Per quanto riguarda l’Africa, è facile rispondere: il prodigio europeo non riuscirà mai ad ammettere che con le sue politiche folli hanno distrutto un ecosistema e una civiltà tra le più brillanti e ricche. Ma nella vita di tutti i giorni, il prodigio è la nostra società, che ormai vive in bilico tra lo stigma e la discriminazione, l’uno conseguenza dell’altro. Nella scuola non si può parlare di una realtà come questa, perché scomoda? NO! Nella mente umana vige ancora quell’etichetta di “malattia dei gay” “di chi se l’è andata a cercare”. 40 anni di progresso economico e scientifico, ma la testa è sempre la stessa, perfida ed egoistica. La disinformazione, il bisogno di incolpare qualcuno, la voglia di sentirsi superiori ormai divora la nostra quotidianità. Ragazz* affett* di HIV sono ancora considerati i malati, gli sporchi. Ma quel famoso “cancro” di cui si parlava all’inizio della malattia, non è altro che la nostra IGNORANZA, regina nel mondo del disinteresse.


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New York City, 1991. Una protesta del movimento Act Up, fondato da Larry Kramer per combattere la malattia.


 
 
 

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